Paolo Portone Direttore scientifico del Ci-Re (Centro Insubrico di Ricerche Etnostoriche) e responsabile scientifico dell’allestimento del Museo Etnostorico della Stregoneria di Triora e Valerio Giorgetta (centro di Studi Storici Valchiavennaschi) autori del volume “Montagne stregate”, avvalendosi dei risultati delle ricerche svolte negli ultimi trent’anni principalmente da studiosi locali dimostrano come il profilo della strega diabolica fosse ben presente e codificato nella diocesi di Como anche prima della pubblicazione del famoso Malleus maleficarum (1486).
La bibbia degli inquisitori cita infatti proprio l’operato dell’Inquisizione della diocesi lariana quale modello per la caccia alle streghe che lì, ben prima che in altri luoghi d’Europa, darà il via all’ossessione strigafobica durata oltre tre secoli.
Le valli delle Prealpi lombarde occidentali, che si estendono fino ai confini della Svizzera, e che furono soggette nello spirituale al vescovo di Como, e in alcuni casi, nel secolare, ai Signori Svizzeri, già all’inizio del XV secolo (forse anche prima) furono teatro delle prime significative repressioni della nuova eresia, di cui è rimasta parzialmente traccia negli atti processuali conservati fino ad oggi e in altri documenti pubblici e privati, a stampa e manoscritti, coevi e posteriori a quella precoce stagione persecutoria.
Il libro esplora una realtà ancora poco conosciuta della storia della caccia alle streghe in Italia e ne descrive, anche attraverso documenti inediti, la sua specificità e la sua lunga durata nel corso di tre secoli.