La Medicina, fin dalle sue origini, ha avuto un’impostazione androcentrica, relegando gli interessi per la salute femminile ai soli aspetti correlati alla riproduzione.
Gli studi condotti in ambito clinico e farmacologico sono sempre stati compiuti considerando quasi esclusivamente soggetti maschi e adattando poi i risultati alla donna, senza valutare che la biologia femminile, con le peculiarità anatomiche, funzionali e – soprattutto – ormonali che la caratterizzano, può influenzare, talvolta in modo determinante, lo sviluppo e la progressione delle malattie.
La Medicina di Genere si propone quindi di studiare l’impatto del “genere” (e di tutte le variabili che lo caratterizzano, non solo biologiche ma anche ambientali, culturali e socio-economiche) sulla fisiologia e sulla fisiopatologia, con l’obiettivo di comprendere i meccanismi attraverso i quali le differenze legate al genere agiscono sullo stato di salute e sullo sviluppo delle patologie.
Ne parleremo a Stramonio con la Dott.ssa Roberta Gualtierotti Professoressa Associata di Medicina Interna presso il Dipartimento di Fisiopatologia medico-chirurgica e dei Trapianti dell’ Università degli Studi di Milano.